Il parco Minerario dell'isola d'Elba è nato da un progetto urbanistico e di fattibilità che ha portato all'adozione di una soluzione manageriale, affidando così la sua gestione alla società Parco Minerario dell’Isola d’Elba Srl. , di cui erano parte anche il comune di Capoliveri, la Provincia di Livorno, il comune di Porto Azzuro e alcune società private. Tale gestione è volta al recupero e valorizzazione delle aree ex minerarie. Successivamente uscirono il Comune di Capoliveri e di Porto Azzurro, per una gestione autonoma, che a Capoliveri è stata affidata all'associazione Caput Liberum.
La sede è al palazzo del Burò a Rio Marina, la vecchia direzione delle miniere, ed ospita il Museo dei minerali e dell'arte mineraria, aperto dal 2001. Si organizzano visite guidate nelle miniere di Rio Marina e Rio Albano e tramite l'associazione di Capoliveri anche da Punta Calamita al Vallone e alla miniera del Ginevro. All'interno del palazzo si trova anche l'Archivio Storico delle Miniere.
Dal 2003 alla sede del parco si attribuisce anche l'incarico di custodia delle aree minerarie. Nel 2005 si apre il Laboratorio di Educazione Ambientale, che ha sede nell'ex officine della laveria, e si realizza l'anfiteatro, luogo panoramico destinato a incontri e spettacoli.
Le attività del Parco si svolgono in prevalenza nel periodo estivo, esteso da aprile a ottobre, mentre negli altri mesi si pongono alcune condizioni, tra cui la prenotazione.
Questa sezione del sito web, chiamata "L'eredità mineraria", presenta ciò che è attualmente presente in termini di patrimonio minerario, mediante documentazione fotografica dei siti visitati. Ogni scheda è strutturata in modo da fornire dettagli dei siti, una mappatura satellitare con le indicazioni dei principali cantieri, una indicazione del patrimonio esistente, ed una sezione fotografica con miniature e relativo plug in di visualizzazione.
La visita, piuttosto esaustiva, è stata possibile per la disponibilità mostrata da coloro con cui ho avuto contatti, tra i quali la segreteria del Parco Minerario, le persone dell'associazione Caput Liberum di Capoliveri, e l'ex minatore Filippo Boreali.
Il parco presenta due principali zone. La parte nord dell’isola è ricca di ematite (Fe2O3), con presenza di pirite (FeS2), mentre a Punta Calamita è presente in prevalenza magnetite (Fe3O4). A fianco di questi depositi si trovano altri minerali ferrosi, come limonite, goethite, ecc. Nel 1803 in questi giacimenti fu scoperto un minerale raro che prese il nome dall’isola stessa, l’ilvaite, un silicato basico di Calcio e Ferro. La % di ferro nei minerali dell’Elba è del 38-45%, considerata di bassa resa rispetto ai minerali di altri paesi che arrivano al 70%. Questo fu una delle ragioni principali che resero anti economica una estrazione del minerale elbano e quindi favorendo la sospensione dell'attività.
La parte nord è gestita direttamente dal parco Minerario, e può considerarsi unica per la ricchezza dal punto di vista mineralogico e per il paesaggio rappresentato dai cantieri dismessi. Piuttosto carente oggi, se non nulla, la parte restante degli impianti minerari.
Nella parte a sud, a Punta Calamita, si deve evidenziare in particolare il patrimonio impiantistico ancora esistente, e la possibilità di visitare la galleria del Ginevro, per ora solo a quota 6 per motivi turistici, mentre permessi speciali, solitamente per studio o ricerca, sono necessari per scendere accompagnati a quota -24 e - 54 s.l.m.
Segue una mappatura generale delle varie aree, come indicate nel relativo studio per la realizzazione del Parco Minerario. Con questa suddivisione, oltre a siti minori, sono state create le singole schede della sezione "L'eredità mineraria".
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Schema delle aree del parco Minerario: Rio Albano - Rio Marina
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Schema delle aree del parco Minerario: Punta Calamita - Ginevro