A Bramaiano, località vicino a Bettola (PC) in val Nure, si trova un edificio che visitai nell'anno 2008. Qui la storia dei luoghi di cura, il mecenatismo imprenditoriale e le vicende della Resistenza possono essere ripercorse, lungo un arco temporale dal 1938 alla fine degli anni Sessanta.
Si tratta di un preventorio, una struttura sanitaria come altre dislocate nelle località italiane in cui il clima favorevole si riteneva avesse un effetto positivo sulla salute delle persone ricoverate. I preventori furono per definizione destinati a fini preventivi, per malattie che nelle forme già diagnosticate esigevano cure nei sanatori, in particolare la tubercolosi. Qui vennero ricoverati bambini con problemi polmonari della provincia di Piacenza.
La sua realizzazione avvenne per volontà di un benefattore, mecenate e imprenditore agricolo, Rocco Chiapponi, nato nel 1854. Suoi furono i contributi per restaurare la collegiata di Castel San Giovanni ed altre opere di utilità sociale. Fu committente della villa che porta anche il proprio nome a Castel San Giovanni, villa Ortensia – Chiapponi - Cantù, terminata nel 1910.
Rocco Chiapponi fu anche sindaco di Sarmato, nel periodo in cui si costruì lo zuccherificio (1900), attivo fino all’anno 2002 e demolito nel 2010. A Sarmato l’economia si reggeva in larga parte sulla produzione alimentare. Lui stesso nel 1923 fondò con i fratelli la società La Sarmatese, per la produzione di conserve di pomodoro, diretta per un decennio poi passata ad altre gestioni, attiva sino al 1963.
Con la Legge n° 1276, del 23 giugno 1927, dal titolo “Provvedimenti per la lotta contro la tubercolosi”, il Governo Mussolini istituì in ogni capoluogo di provincia un Consorzio antitubercolare. Chiapponi, sensibile a tematiche sociali, volle realizzare un preventorio nella frazione collinare di Bettola.
L’inaugurazione si tenne nel 1938, pochi mesi dopo la morte del benefattore. La facciata reca anche il nome per esteso degli altri due fratelli: “Preventorio maschile Rocco, Ettore ed Eugenio Chiapponi.
Dopo pochi anni dalla sua apertura l’attività subì un’interruzione a causa della guerra, durante le fasi più cruente dell’occupazione tedesca tra il 1943 e 1945.
Bettola, come Bobbio, è un caso esemplare e noto nella storia italiana degli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale. E’ qui che si costituisce la libera Repubblica di Bettola, Comando unico della XIII zona, con sede presso il Consorzio agrario, e come tale esistente nei mesi che vanno da luglio a dicembre del 1944. Ed è in questa fase che il preventorio acquistò provvisoriamente una nuova funzione di supporto alle vicende belliche.
Nel 1944 per organizzare attività di resistenza antifascista si necessitava di costituire centri di cura dei feriti, non potendo essere sufficiente il principale appoggio dell’ospedale di Bobbio. Si trasformò quindi in ospedale per volontà del Comandante Unico della XIII zona, Emilio Canzi, (il partigiano “Enzo Franchi”) di fede anarchica, già combattente nelle brigate Garibaldi in Spagna, anche confinato a Ventotene.
Emilio Canzi
Nell'agosto 1944 Canzi diede incarico a Ettore Valdini, uno studente di medicina, la gestione di posti letto, col supporto di altro personale medico e delle suore già presenti nel preventorio. Lo sostituirà Piero Cavaciuti, fino al sequestro della struttura nell’intervallo tra novembre 1944 e gennaio 1945 durante l’occupazione tedesca.
In ospedali e centri di infermeria agivano personale e medici volontari, alcuni dei quali si sono distinti per il valore umano, condizioni operative, e per coraggio. Tra questi Rinaldo Laudi (“Dino”), medico torinese responsabile di zona XIII, organizzatore di interventi e soccorso. Pur decorato per meriti militari fu congedato in base alle leggi razziali del 1938 ed in seguito allontanato dall’ospedale di Torino e radiato dall’Albo professionale, continuando però ad operare clandestinamente. Intervenuto a soccorrere un ferito, con il comandante Gian Maria, fu catturato dai tedeschi e trasferito nelle carceri di Piacenza. Dopo pochi giorni fu caricato con altri 19 partigiani su un camion per essere fucilati. Da marzo 1945 l’incarico di medico responsabile della XIII Zona piacentina passò a Francesco Ricci Oddi.
Rinaldo Laudi
In una cerimonia del 24 aprile 2012 gli è stata conferita la <Medaglia d’Oro alla memoria del medico partigiano Rinaldo Laudi “Dino”> dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Terminata la guerra il preventorio riprese la propria funzione, continuando l'attività fino alla fine degli anni Sessanta. Probabilmente utilizzato per alcuni anni per scopi sociali venne abbandonato, subendo la medesima sorte di altri simili luoghi, inclusi i sanatori, e grazie al consolidarsi dell'efficacia della terapia antibiotica venne progressivamente meno la loro funzione.
Come molti altri luoghi, alla chiusura senza altre destinazioni d’uso l’abbandono condannò la struttura ad un inarrestabile declino. Le immagini qui presenti e nella successiva galleria risalgono agli anni 2008 e 2009, anni in cui gli eventi atmosferici avevano già compromesso in modo significativo l’edificio.
A lato dell’ingresso principale il 29 aprile 1979 è stata posta una lapide commemorativa, da parte dell’Amministrazione Provinciale di Piacenza e dell’ANPI di Piacenza, che recita:
Ospedale XIII zona partigiana
Agosto – Novembre 1944
Qui operarono
in nobile solidarieta’ umana medici e studenti in medicina partigiani per soccorrere e lenire le sofferenze che le atrocita’ della lotta inflissero a partigiani e popolazione della zona. Tutti i combattenti di una guerra di popolo contro la tirannide e per la liberta’ degli uomini.
La lapide cadendo si è rotta in più parti. Ricomposta è stata trasferita all’esterno dell’area, con cerimonia ufficiale il 22 gennaio 2017.
Il 15 giugno 2012 una prima asta da 875.000€ per la vendita della struttura e delle aree verdi andò deserta. L’acquisto della superficie, parzialmente ridimensionata, si è concluso nel 2018 per una cifra di molto inferiore, 28.000€ , da parte di una società creata per lo scopo, Bettola Srl.Da allora si attendono progetti per il suo recupero.
Links
Legge istituzione Consorzi antitubercolari
Medici e Resistenza nel piacentino
Medici e infermieri della Resistenza ed il preventorio (PDF)
Villa Ortensia – Chiapponi - Cantù (PDF)
Medici nella Resistenza (articolo PDF da Libertà 2010):
Gruppo Facebook “Amici del preventorio di Bramaiano di Bettola”
Pagina Facebook “Noi del preventorio di Bramainao”
GALLERIA FOTOGRAFICA ( 2008 / 2009 )