Ucraina 15 Agosto 2011: i pozzi di petrolio tornando verso Lviv
Kalush venne lasciata quindi senza rimpianti, ancora pesava la successione di variazioni alle numerose aspettative del programma di viaggio.
Il ritorno non avrebbe dovuto comportare la gravosa circumnavigazione di buche disseminate ovunque nella strada di arrivo. La statale verso Dolyna si poteva definire quasi una comune strada.
Ai margini della cittadina si svolge un’attività di estrazione del petrolio. I pozzi hanno dimensioni contenute, di produzione rumena, disseminati in un ampio territorio, alcuni in funzione altri immobili.
Nell’area di arrivo si stava svolgendo la manutenzione di un pozzo, con la presenza di operai ed un responsabile che concesse l’autorizzazione di fotografare il luogo. Ciò rendeva ancor più enigmatica l’impossibilità di fotografare luoghi apparentemente insignificanti, e godere di completa libertà in uno che si potrebbe ritenere apparentemente strategico e con evidenti problematiche di sicurezza.
L’area è molto grande, malgrado ciò i tempi degli accompagnatori non hanno mai coinciso con le nostre esigenze fotografiche, si lasciò quindi il luogo senza il tempo di approfondirne meglio la conoscenza.
La via del percorso di ritorno non era certamente avara di spaccati di vita locale. Non mancarono quindi altri carretti, animali in strada, e attori naturali in questo paesaggio semirurale.
Continuando verso Lviv il programma prevedeva una fabbrica di nero fumo, sconosciuta anche ai giovani accompagnatori. Decisi a non fallire si presero un po’ le redini in mano della situazione ed indicammo la possibile strada che, probabilmente per un istinto ormai naturale verso le possibili vie di accesso, ci diresse attraverso la vegetazione e dritti al cancello semiaperto in un boschetto retrostante all’impianto.
La documentazione di edifici e gli impianti evidentemente dismessi, in compagnia di abbondante vegetazione, si dovette però arrendere questa volta di fronte alla mancanza di esperienza degli accompagnatori. Questo è un punto che segna una evidente linea di demarcazione tra la pratica dell’esplorazione urbana del duo italiano e quel vagare in modo avventuroso e privo di specifici obiettivi dei locali. Mi riferisco al fatto che udita un’auto in avvicinamento, mentre stavo pronto a dissolvermi nel bosco, altri se ne stavano lì impalati e tranquilli, come in attesa di ricevere gradite visite. Era la proprietà in persona, un uomo che pareva il funzionario di un nostro Ufficio Iva, accompagnato dal mite segretario.
Insomma, ennesimo dietro front, il personaggio non voleva nemmeno credere che si potesse fotografare un simile edificio, e la mancanza di fiducia edil sospetto che fossimo … ( non saprei nemmeno questa volta dire chi) ci fece riprendere la via verso Lviv.
Uno dei tanti aspetti curiosi che si osservano viaggiando sulle strade ucraine è la presenza di automezzi che trasportano terra, possono essere privi della barriera di contenimento posteriore.
Limitati quadretti di paesaggio industriale sulla via del ritorno si confondono nella vasta area rurale di cui si compone l’Ucraiana, in questo caso con l’industria del cemento.
Nel tardo pomeriggio arrivammo a Lviv, ovvero Leopoli, in un hotel della periferia. Questi grossi edifici consentono una ottima visuale sui palazzi adiacenti per fotografie di paesaggio urbano, oltre che l’immersione nell’atmosfera di quartiere, dove si svolge una vita alquanto semplice. La sera dal balcone sorgeva un’altra Lviv da archiviare.
Come corollario ad una ennesima giornata di impreviste sorprese, per completare una cena che mancava di un piacevole dessert andammo in un piccolo supermercato ed al banco della pasticceria, viste delle gustose torte di varia natura da 40Hrv al chilo (3,5€), prendemmo due sostanziose fette, di fronte alle quali la venditrice non poteva credere che fossero solo per noi, probabilmente una sola sarebbe stato il quantitativo per una famiglia del luogo.