Paragon Hotel di David Morrell – Libro

Nell’immaginario collettivo i luoghi abbandonati scatenano fantasie morbose, atrocità, rituali, segreti. Lo scrittore Morrell prende questi elementi e probabilmente senza alcuna fatica, imbastisce una trama che rispetta tutti i canoni per intrattenere il lettore. E’ un racconto da digerire in fretta, il testo scorre veloce, scarno, dove l’autore passa brevemente al cuore dell’azione.

Morrell è il padre di Rambo, personaggio da lui creato nel 1972 in “First blood.”, per cui non meraviglia la presenza di una certa  dose di azione e avventura che fa tracimare a volte i criteri di verosimiglianza. A causa del temporale dentro all’hotel c’è tanta acqua come se avesse straripato un fiume; spari, incidenti colpiscono i bersagli ma i personaggi a volte sembrano dimenticarsene; le scale  traballano pericolosamente ma quando non devono cadere non cadono, quando non si sa vengono giù creando una catastrofe che inghiotte interi piani.

I personaggi sono rapidamente introdotti, sembra a prima vista un racconto ricamato con gli stereotipi dell’esploratore del luogo abbandonato, dipinto in modo maligno e maledetto.

Creepers, esploratori, etica, Infiltration.org, c’è tutto quel che serve come ingrediente per presentare i canoni dell’esplorazione urbana. Per condire una storia come questa potrebbe essere sufficiente leggere “Access all areas” e visitare i siti web dedicati al tema senza muoversi dalla poltrona.
I tempi del racconto sono relativamente ristretti, tutta l’avventura si consuma essenzialmente tra le 21:00 e le 4:00, ovvero le ore che scandiscono i capitoli.
In sostanza il prof. Balenger porterà Conklin, Rick, Cora e Vinni al Paragon Hotel, una struttura in via di demolizione, la quale per probabili motivi di cassa non poteva essere certamente una pensione per anonimi anziani sulla riviera adriatica ma meta di personaggi di elevato calibro. Da questo punto di vista meglio fece Pupi Avati su pellicola, con “Zeder”, nel ricorrere ad una comunque angosciante ambientazione in una colonia estiva nella Romagna.
Il racconto entra subito nel vivo, tenendo viva l’attenzione, prima puntando su una suspance per presenza di una moltitudine di rischi: animali, pericoli chimici e biologici.
Dopo di chè, immancabili, ecco la porta, la ruggine, la muffa, l’acqua e i rumori. Tra i clichè dell’abbandono manca solo di citare l’onnipresente sedia.

Tutto quanto sopra scritto metterà in guardia gli esploratori urbani, per evitare di creare eventuali aspettative. Nel complesso se ne può parlare anche positivamente, anche data la non diffusa presenza di romanzi con una così vicina ambientazione all’immaginario dell’abbandono. E’ comunque molto avvincente, ha un ottimo ritmo, trattasi di “urbex” forse come pretesto per condire un horror thriller con lieto fine, dove quasi sboccia un amore.
Trionfa l’etica, il denaro è cosa maledetta e come dimenticare che sulla moneta statunitense sta scritto “In god we trust”. Il Paragon è spesso associato all’inferno. C’è l’America del Salvatore, senza dimenticare l’Iraq con tanto di sventata decapitazione.

Paragon Hotel

David Morrell
Edizioni Piemme – 2007
pagg. 402 – Euro 6,50